04/06/2024 – Un bell’esempio di strategia di sponsorizzazione, viene da un grande protagonista del mercato: la holding LVMH.
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Parigi 2024, molti brand hanno voluto essere presenti per cavalcare l’onda della comunicazione di questa grande kermesse che torna nella Ville Lumiere dopo 100 anni. Le presenze sono sotto forma di immagine e di eventi, molti sponsor dello sportswear si sono fatti avanti lavorando alla creazione di prodotti celebrativi, come Nike che ha presentato le uniformi olimpiche del marchio e 13 sneakers generate dall’intelligenza artificiale, create insieme ad atleti tra cui il calciatore Kylian Mbappé.
Ma su tutti, deve essere visto con attenzione l’esempio del colosso del lusso LVMH, che ha acquisito il ruolo di Premium Sponsor per questa XXXIIIma Olimpiade e ha definito un programma di “uscite sul campo” facendo lavorare i suoi marchi per area di competenza e non limitandosi ad abbinare prodotti e comunicazione all’evento.
Una strategia snella ma al tempo stesso acuta perché pensata sia per offrire al mercato un’idea molto concreta della capacità dei singoli brand in portafoglio, comunicando in “live action” il legame tra sport e lusso, sia – al tempo stesso – offrire alle stesse aziende un palcoscenico inedito e unico in cui muoversi e mostrarsi in un momento molto dinamico. Così facendo, Lvmh ha messo in campo i brand Chaumet per la creazione di veri e propri gioielli di medaglie olimpiche e paralimpiche, Moët Hennessy che offrirà agli ospiti vini e champagne con degustazioni, cene di gala ed eventi, e Sephora che coinvolgerà dipendenti e clienti con iniziative speciali pensate ad hoc.
Questo schema di eventi è naturalmente orientato alla comunicazione digital del gruppo, che seguirà passo passo azioni e reazioni degli addetti ai lavori cosi come di un vasto pubblico, di fatto andando ad incrementare i tassi di engagement sulle piattaforme social, elemento che sarà poi abilmente sfruttato nel tempo dai media manager dedicati.
Cosa insegna questo esempio, portato da un grande gruppo eppure molto utile ai fini della comprensione da parte di molte imprese, anche di piccole dimensioni? Ci insegna a studiare gli eventi con una prospettiva multidimensionale, considerarli come tasselli di un mosaico più ampio, con una funzione e non come momento finale d’arrivo.
Prendere parte ad una manifestazione o una fiera di settore, fare da sponsor in un evento culturale o sportivo, può essere parte di una strategia di brand e non semplicemente un obiettivo con un budget di riferimento. Lo stesso investimento va considerato in chiave di effetti di ritorno nel medio e lungo periodo, integrando le azioni e i relativi costi con le iniziative di comunicazione che poggiano sull’evento.
Una metodologia che può portare grandi risultati in termini di posizionamento e di immagine, di conseguenza in termini commerciali.
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