17/02/2022 – Il brand è un’entità pulsante, che deve essere tenuta viva e attiva costantemente, non soltanto progettato e comunicato. E così che piccoli e grandi brand di successo riescono a cavalcare i mercati lavorando ad iniziative e progetti inediti frutto di un’analisi profonda e intelligente.
E’ così che un big brand come Tiffany decide di lasciare la soffice moquette dei suoi atelier di prestigio, per camminare sul parquet dei campi da basket, quelli dell’All Star dell’NBA, palleggiando un pallone da basket Wilson realizzato in partnership con Arsham studio half court experience, del designer Daniel Arsham, nel classico colore della maison.
Un esercizio di stile certamente e non una produzione su larga scala per la ball venduta in edizione limitata (a circa Eur. 500,00) che ha un preciso compito nella strategia del brand di preziosi, cioè quello di portare l’attenzione di una clientela più giovane e senza dubbio interessante per il posizionamento aziendale, fino ad oggi però quasi intimorita dall’immagine di estrema esclusività di Tiffany. Una virata strategica che è stata articolata in un piano di iniziative fra loro connesse, con il visual ora affidato a volti del jet-set internazionale, come Beyoncé e Jay-Z, star della campagna «About love», ma anche la co-lab con Supreme e gli occhiali disegnati per Pharrell Williams, avvicinando lusso e streetwear!
Quest’ultima iniziativa ha rappresentato anche un ulteriore salto di target, portando anche “quasi ufficialmente” sui social il brand con lo stesso Pharrell Williams che ha postato sul suo profilo Instagram una foto, taggando anche l’executive vice president della maison francese, Alexandre Arnault, il quale, a sua volta nel suo profilo Instagram, ha condiviso il nuovo modello di occhiali di Pharrell e ricondividendo anche la foto dell’artista, con la caption «Tiffany e Pharrell sono impegnati», in riferimento alla montatura custom made.
Piccole azioni evidenti e di cui far parlare, che fanno da traino ad un lavoro professionale realizzato dietro le quinte a dimostrazione dell’importanza di un progetto di business development e brand management che riguarda ciclicamente anche i big.
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