Icone: Londra e la tradizione sartoriale. Questa volta vi accompagno alla scoperta di alcuni fra i più prestigiosi sarti che da decenni vestono uomini di grande stile e celebrità fra le più famose. La tradizione sartoriale a Londra vanta una storia molto lunga, ma è dall’800 che si afferma una vera e propria cultura di #brand.
Camminando lungo la nota Savile Row nel cuore dell’elegante quartiere di Mayfair, ci si imbatte in alcuni degli atelier più affascinanti, mentre altri sono sparsi e spesso nascosti in palazzi sobri e ben tenuti. Savile Row ha contribuito alla fama di questa tradizione, perché da sempre un luogo di incontro di personaggi alto locati, fin da quando i nobili si riunivano al n. 1 nella sede della Royal Geographic Society per discutere delle memorabili esplorazioni in Africa o al Polo Sud, oppure i fab four (The Beatles) aprivano il loro ufficio al n. 3 per le registrazioni che poi culminarono con il famoso concerto sul tetto del palazzo.
Nobili e protagonisti della finanza internazionale, importatori da tutto il mondo, attori e uomini del jet set provenienti da ogni Paese del mondo per assaporare tendenze e innovazioni in quella che è stata sempre la città delle sperimentazioni e della stravaganza, facevano tappa presso uno degli atelier che poteva ospitarli nei salotti più confortevoli per bere uno scotch e scegliere i tessuti più belli con cui farsi confezionare il guardaroba.
Da Anderson&Sheppard, famoso per i suoi doppio petto dal taglio riconoscibile, che ha vestito il Principe Carlo, il Barone Guy de Rothschild, Tom Ford e Bryan Ferry, a Gieves&Hawkes che è tutt’oggi uno dei 3 sarti accreditati dalla casa reale e che ha portato il “bespoke” su abiti ready to wear, vestendo personaggi del calibro di Ian Fleming, Winston Churchill, il Duca di Wellington e il Principe William, si passa davanti a Davies&Son, il sarto più antico presente in Savile Row, dal 1803.
Altri esponenti di questa antica tradizione hanno messo a frutto competenze specifiche per diventare un punto di riferimento in alcune nicchie dell’offerta sartoriale: è il caso di Huntsman, un sarto che nasce come fornitore di aristocratici per l’abbigliamento equestre, sia per lo sport che per la caccia, passioni di numerosi clienti famosi come Gianni Agnelli, Alexander McQueen, Gregory Peck (che si fece realizzare oltre 160 abiti personalizzati da Huntsman) fino a Colin Firth.
Poi ancora Henry Poole&Co., altro brand storico che dal 1846 veste personaggi politici e aristocratici, avendo inventato la “dinner jacket”, quell’abbigliamento formale ma comodo perfetto per le occasioni lavorative durante una cena in casa, concetto perfettamente rappresentato da clienti come Winston Churchill, Jean Cocteau, J.P. Morgan e il Generale de Gaulle.
Ma ci sono anche realtà relativamente più recenti che hanno avuto l’intuizione e la passione di far rivivere brand storici con un’abile manovra di branding, come è il caso di Mason&Sons, guidato da David Mason, uomo elegante e distinto che conosco da tempo, avendo visitato più volte il suo atelier, un tempo designer del famoso Anthony Sinclair, inventore del “Conduit cut” il tipico taglio (che prende il nome da Conduit St. , sede del primo atelier) della giacca che ha vestito Sean Connery nelle sue rappresentazioni come James Bond e che oggi gestisce un portafoglio di storici brand inglesi, dallo stesso Anthony Sinclair a tanti altri.
Ma tante altre realtà hanno fatto e continuano a fare la storia di questa tradizione, mantenendo viva l’attenzione per una categoria di imprenditori che ha saputo adeguarsi all’evoluzione del mercato pur con un’eredità storica molto particolare, per alcuni aspetti rigida da un punto di vista dell’innovazione e della globalizzazione.
Come è stato affrontato tutto questo, da un punto di vista strategico e di brand management ?
Certamente i valori e la storia hanno avuto sempre un ruolo determinante, ma questo è un aspetto che accomuna molte aziende e piccole aziende di qualità. Il modello di business è stato sviluppato attorno al significato di questo patrimonio di valori e storia, quindi attorno al concetto di personalizzazione e di esperienza. Che sia stata una celebrità o una persona semplicemente benestante a farsi confezionare un abito su misura, l’obiettivo centrato dal sarto è sempre stato quello di offrire un momento importante al cliente, in cui potesse esprimere il suo carattere e il suo stile. E questo è stato reso “modello”, organizzando quindi un’attività che comunica, ascolta, visita, organizza momenti ed eventi di conoscenza della sua storia così come dei materiali utilizzati.
Nel caso specifico di Mason&Sons, David Mason ha avuto l’eccellente intuizione di costruire un posizionamento unico, raccogliendo e recuperando marchi dimenticati, ma tutti espressione del lifestyle britannico, molti di questi noti per aver vestito o accessoriato personaggi dello spettacolo (da Steve Mc Queen, a Michael Caine, a Sean Connery appunto), facendo di un portafoglio di mini-brand la sua stessa comunicazione.
E’ possibile trasferire modelli di business e replicarli, ma è anche possibile comprendere cosa ha portato a definire un modello di business e interpretare una logica di sviluppo specifica ed esclusiva per il proprio brand. Questo è il nostro compito in MITO Luxury.
A cura di: Davide Diurisi
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