In questo momento di incertezza dovuto principalmente alle conseguenze del #coronavirus, alle restrizioni e quindi al rallentamento se non in alcuni casi al blocco dei consumi, molte imprese si interrogano sullo scenario che caratterizzerà il mercato nei prossimi mesi. Le attività produttive e commerciali dovrebbero poter ripartire e tornare alla normalità, ma è certo che molti aspetti e molti equilibri stanno cambiando, a partire dalle difficoltà di gestione di questa fase che inevitabilmente avranno ripercussioni sulla gestione futura di molte imprese.
Inoltre, l’andamento dei mercati non è uniforme, perché a livello internazionale si stanno delineando ritmi differenti, con Paesi che hanno iniziato prima a contenere gli effetti della pandemia e che quindi potranno riavviare le attività in anticipo rispetto ad altri che devono ancora affrontare la diffusione del virus e quindi mettere in atto le restrizioni per il sistema produttivo e sociale.
Questo porterà quindi a dover rivedere la pianificazione delle azioni commerciali previste, invi incluse partecipazioni a fiere o investimenti nell’ambito della distribuzione o del retail. Ma questa fase investe anche le aziende che producono conto terzi, con contratti di fornitura per partner o committenti a loro volta presenti su mercati diversi e quindi costretti a rimodulare la programmazione degli acquisti e delle vendite.
Una situazione che, quindi, non siamo ancora in grado di definire se non nella valutazione di una probabile generale e lenta ripresa di attività a macchia di leopardo, che potrebbe presentare scenari molto diversi e soprattutto tempistiche molto diverse.
C’è anche da dire che alcune realtà potrebbero cogliere questo momento per cambiare obiettivi, modificare strategie e quindi a cascata andare a cambiare i rapporti di fornitura o gli accordi di collaborazione a monte.
La realtà è che al momento si è creato un clima di incertezza, rispetto al quale è opportuno rispondere con azioni ponderate e non dettate dall’impulsività.
E non potendo prevedere molto, ritengo che un punto fermo su cui concentrarsi è il concetto di identità aziendale e suo posizionamento.
Articolo a cura di Davide Diurisi: https://www.mito.org.uk/2019/10/31/ricerca-posizionamento/
Un lavoro necessario e importante da fare soprattutto in fasi di incertezza, è infatti l’analisi del posizionamento aziendale che dovrebbe essere sottoposta periodicamente a revisione, anche in situazioni normali perché i mercati cambiano, le tecnologie evolvono, i consumatori agiscono sulla scorta di valori, gusti, esigenze, idee via via differenti.
In un’era così mutevole, dove comunicazione e tecnologia creano presupposti nuovi nell’arco di pochi mesi, un’azienda perfettamente posizionata rispetto ad un periodo economico e sufficientemente agile da modificare la sua capacità progettuale o in alcuni casi produttiva, è in grado di operare con successo sul mercato di riferimento.
Come si traduce in pratica questo approccio ?
Il futuro che attende soprattutto le Pmi è quindi un futuro da riscrivere parzialmente, ma non molto diverso da quello cui ci si doveva riferire prima. Probabilmente in questo momento diviene ancor più attuale e importante il sottoporre a revisione il piano di sviluppo aziendale, con il duplice obiettivo di preservare l’attività da un momento difficile e – allo stesso tempo – cogliere nuove opportunità sapendo cosa fare.
MITO dedica da tempo la sua attenzione al tema del posizionamento e ha sviluppato diverse progettualità per Pmi e grandi marchi, mettendole anche in correlazione in iniziative di licensing o co-branding.
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