Una recente analisi riportata da Il Sole 24 Ore fa il punto sul Venture Capital in Italia e rileva un anno record per le start up nel 2019, così come il fatto che i tassi di crescita siano ancora lontani da quelli degli altri Paesi europei. L’articolo evidenzia che questa performance riguarda – però – le imprese innovative e appunto le start up, dove i modelli di business sono pensati con modalità diverse dalla tradizionale impresa e spesso nascono da giovani menti abituate a lavorare in team in contesti di ricerca o universitari.
Questo scenario fa comprendere come il problema delle risorse finanziarie spesso richiamato dagli imprenditori nel nostro Paese non è in realtà il principale ostacolo allo sviluppo; se si pensa che oltre ai tradizionali canali del credito, vi sono vie alternative che possono essere molto più efficaci perché in grado di offrire non solo risorse finanziarie, ma anche – al contempo – risorse manageriali con cui far crescere l’idea o la progettualità d’impresa, si comprende come l’annoso problema finanziario potrebbe in realtà non essere insormontabile come si crede.
Ma per poter accedere a queste risorse e poter catalizzare l’attenzione degli investitori, non è sufficiente “essere impresa”. Si deve uscire dalle logiche del sistema del credito o delle agevolazioni ed entrare in una logica di “valore” ! Chi ha delle risorse finanziarie da investire è interessato a far si che queste vengano inserite in un meccanismo di crescita, non che vadano a finire in strumenti o servizi da rendicontare. E in tal senso il venture capitalist o il business angel intervengono in modi diversi sul progetto d’impresa, in base all’analisi del tasso di crescita che questo può avere, unitamente allo stato dello stesso in termini di prima fase, rilancio, maturità, innovazione, coinvolgendosi spesso nella gestione del progetto, a patto – quindi – che ci sia un vero progetto e non solo un approccio strettamente commerciale.
Gestire la propria impresa nell’ambito di un progetto organico e strutturato di sviluppo è quindi la vera sfida di mercato. La semplice ricerca di luoghi e opportunità commerciali non può essere tutto, né tanto meno la premessa con cui muoversi sul mercato.
Tante imprese, di qualità e capaci di realizzare ottimi prodotti o servizi, sembrano impattare contro un ostacolo trasparente e fanno fatica a trovare la strada verso il successo, imputando alla crisi la maggior parte dei problemi. In realtà, è proprio quando il mercato mostra segnali di fragilità che è necessario avere un buon progetto e non muoversi senza strategie, trovando così – anche – quelle risorse finanziarie che possono consentire di modificare il proprio posizionamento e dar seguito a iniziative con cui trovare la via del successo.
MITO Luxury da sempre rivolge l’attenzione alla progettualità e non all’espediente commerciale, studiando con attenzione il contesto in cui l’impresa esiste e si muove, analizzando con cura altri contesti in cui il valore dell’impresa può esprimere il suo potenziale e tradurlo in modello di business.
L’obiettivo della crescita e dello sviluppo è complesso, lo si può raggiungere a partire da qualunque realtà aziendale; ma è importante percorrere tutti gli step necessari, perché l’improvvisazione o la sola consapevolezza di sapere realizzare un buon prodotto, non sono sufficienti ad affrontare il mercato e le sue sfide. E lavorando in modo corretto, con questa professionalità, si possono portare in azienda anche le risorse finanziarie per supportare un progetto inedito, ambizioso, espressione della capacità e passione imprenditoriale.
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